Anfibi
Il termine “Anfibio” deriva dall’unione di due parole greche, amphi e bios, ovvero “doppia vita”. Questa classe di vertebrati, infatti, raggruppa animali la cui caratteristica comune è di attraversare una fase larvale acquatica a cui segue, dopo un processo di metamorfosi, una fase adulta maggiormente adattata alla vita terrestre. Questo processo di metamorfosi, più o meno evidente a seconda del gruppo di Anfibi considerato, comporta una serie di trasformazioni che coinvolgono le strutture anatomiche interne ed esterne dell’animale, nonché la fisiologia e, di conseguenza, il comportamento e l’ecologia. Solamente poche specie di Anfibi passano la totalità della vita esclusivamente in habitat acquatici o esclusivamente in habitat terrestri. Gli anfibi presenti in Europa appartengono agli ordini degli Urodeli (salamandre e tritoni) dotati di coda e degli Anuri (rane, rospi e raganelle) privi di coda. Tutti gli anfibi dell’Arcipelago Toscano sono Anuri. Le lunghe zampe sono la caratteristica corporea degli Anuri che maggiormente colpisce: le ossa posteriori, nel corso dell’evoluzione, hanno subito modifiche divenendo strutture idonee a fornire la spinta meccanica per il salto. Gli occhi sono grandi e fortemente sporgenti dalle orbite, dove possono essere ritratti per favorire la deglutizione. La forma della pupilla è estremamente variabile e rappresenta uno dei criteri generalmente utilizzati per l’identificazione della famiglia di appartenenza. La presenza di acqua è il principale fattore che ne limita la presenza nelle isole dell’Arcipelago Toscano. E’ sufficiente una stagione particolarmente secca per impedire lo sviluppo larvale e distruggere intere generazioni. Per questo motivo non risulta la presenza di anfibi a Giannutri, Pianosa e Gorgona che sono quasi del tutto prive di corsi d’acqua, se non a carattere temporaneo. Nelle altre isole complessivamente sono presenti 5 specie di cui 4 all’Isola d’Elba. Al Giglio, Montecristo e Capraia è presente invece solamente una specie. Tra le specie interessanti dal punto di vista naturalistico vi sono gli endemismi mediterranei: Discoglosso sardo, presente all’isola del Giglio e di Montecristo oltre che in Sardegna ed isole parasarde e Monte Argentario e la Raganella tirrenica presente all’Isola d’Elba e di Capraia oltre che in Sardegna ed isole satelliti. Interessante anche la presenza all’Isola d’Elba del Rospo smeraldino. Si tratta di 3 specie di notevole interesse conservazionistico, protette a livello europeo dalla Direttiva Habitat e a livello locale dalla legge regionale 56/2000. Il Rospo comune e la Rana verde comune, come indica anche il nome, sono più diffuse. Il Parco Nazionale effettua periodici monitoraggi delle popolazioni di anfibi delle diverse isole ed ha realizzato la pubblicazione “Anfibi e rettili dell’Arcipelago Toscano”.