Il Discoglosso sardo (Discoglossus sardus) è un anfibio anuro endemico del Mediterraneo, presente in Italia solamente in Sardegna e isole parasarde, sul Monte Argentario e, nell’Arcipelago Toscano, nelle isole del Giglio e di Montecristo. Vive in una grande varietà di ambienti, preferibilmente ricchi di vegetazione, dal livello del mare fino a quote più elevate. È estremamente legato all’acqua o, comunque, a microhabitat ricchi di umidità quali fessure nelle rocce, muschi e cavità naturali o di origine antropica. In acqua si trattiene di regola sul fondo o nascosto sotto i sassi o tra la vegetazione, piuttosto che in superficie. Dove presente è estremamente abbondante, e non disdegna habitat antropizzati. La taglia corporea è decisamente piccola (gli individui di maggiori dimensioni raggiungono i 7-8 cm di lunghezza), la testa è triangolare con muso arrotondato. La colorazione dorsale è estremamente variabile da individuo a individuo, sui toni del grigio, del marrone e del crema, con marezzatura irregolare bruno-verdastra. L’unica costante nella colorazione è la presenza di due macchie bronzee o dorate, la prima tondeggiante e situata sul dorso poco posteriormente all’attaccatura degli arti anteriori e la seconda, triangolare, a ricoprire il muso fra gli occhi e le narici. Il ventre è invece sempre di colore chiaro e uniforme. Gli occhi hanno iride dorato e la pupilla è a forma di goccia rovesciata. Non sono note particolari differenze fra i due sessi che riguardino taglia o colorazione corporea, ma i maschi hanno membra anteriori più robuste e, durante il periodo riproduttivo, sviluppano delle callosità nuziali sulle dita delle zampe anteriori. I girini, specialmente nelle prime fasi dello sviluppo, hanno corpo tondeggiante e sono di colore bruno con marezzatura bronzea nelle parti ventrali. L’estremità della membrana caudale è arrotondata. All’inizio della metamorfosi il colore delle larve tende a schiarire e, assieme agli arti posteriori, fanno la prima comparsa le macchie bronzee dorsali e cefaliche. I girini sono prevalentemente erbivori (anche se non mancano casi di cannibalismo e di necrofagia), mentre dopo la metamorfosi gli adulti adottano una dieta completamente carnivora, cibandosi di piccoli artropodi, ma anche di lucertole. Contrariamente alla maggior parte delle altre specie di anuri, la lingua del discoglosso è spessa e pressoché circolare (da qui il nome della specie), e non può essere protrusa per la cattura delle prede. È una specie ovipara. Il discoglosso sardo rimane ancora sconosciuto per molti aspetti della biologia riproduttiva e dello sviluppo embrionale e larvale. La stagione riproduttiva presumibilmente si estende dalla primavera alla tarda estate (i girini vengono osservati in acqua talvolta fino all’inizio dell’autunno). Non sembrano esistere particolari esigenze che riguardino la tipologia dei siti di deposizione: uova e larve vengono infatti trovate indifferentemente in acque stagnanti, correnti, ricchissime di vegetazione oppure quasi del tutto prive di copertura vegetale, in vasche artificiali e persino in canali inquinati da scarichi fognari. I maschi attirano le femmine cantando, anche sott’acqua. L’amplesso è lombare (il maschio trattiene la femmina cingendola con gli arti anteriori a livello della regione lombare) e le uova, piccole e nerastre, sono deposte a centinaia sul fondo a formare uno strato pressoché uniforme.