Nome scientifico: Clematis vitalba
Denominazione locale: piumosa, viticci, villucchieri/o, velucchiello, viticcio.
Usi medicinali : antireumatico, antimialgico, antiemicranico, antinevralgico
Osservazioni: in località Bagnaia (Rio nell’Elba) le foglie fresche e ben contuse vengono applicate localmente nel trattamento dei dolori reumatici, muscolari e sulla fronte in caso di emicrania; in alternativa si usa il macerato di foglie in alcool etilico o in olio d’oliva. A Capoliveri con la stessa metodica, pianta contusa e applicata localmente, si tratta la sciatica. Si usa anche la specie affine C. flammula. A Colle d’Orano e a Patresi (Marciana), gli anziani si ricordano che talune persone, in passato, per ‘darsi malato’ e non andare al lavoro si procuravano lesioni cutanee usando le foglie fresche in applicazioni topiche; infatti la presenza, nelle foglie, del lattone protoanemonina è capace di provocare dermatosi da contatto.
Usi alimentari: i giovani getti, dopo averli bolliti, si usano per preparare frittate e ripieni. Ricordiamo che questa tradizione culinaria non è particolarmente diffusa sul territorio elbano.
Usi artigianali: i rami sono adoperati per realizzare i graticci o seccaiole su cui stendere la frutta a essiccare; questi hanno una forma simile alle ciaspole da neve. L’orlo periferico del manufatto può essere realizzato anche con i rami flessibile della ginestra odorosa (Spartium junceum). Questi materiali sono particolarmente indicati perché resistenti al calore presente nella camera superiore dei forni di campagna (caldana, localmente detta cielo, célo o céro) e appositamente concepita per l’essiccazione di fichi, uva, mandorle, castagne, verdura ecc., opportunamente stesi sui graticci.
Usi agro-silvo-pastorali: la pianta è considerata un buon foraggio per nutrire le bestie.
Usi voluttuari: molti anziani ricordano l’uso dei rami che opportunamente essiccati venivano fumati alla stregua delle normali sigarette, così pure le foglie secche e triturate (Capoliveri).
Toponimi elbani, attuali e passati: Viticcio (Portoferraio, taluni lo fanno riferire, erroneamente, alla vite – Vitis vinifera).