I Nottuidi (famiglia Noctuidae) sono il gruppo di Macrolepidotteri più ricco al mondo e, secondo stime recenti, potrebbe comprendere fino a 100.000 specie, molte delle quali ancora da descrivere. Non meraviglia quindi che queste falene possano variare enormemente tra loro in aspetto, periodo di volo, abitudini alimentari e capacità dispersive e che raccolga tra le specie più grandi e più piccole di tutti i Macrolepidotteri. La proboscide è sviluppata nella maggior parte delle specie mentre le antenne possono avere forme diverse, anche se il tipo filiforme tende a prevalere. L’addome porta organi timpanali che hanno permesso l’evoluzione di comportamenti molto particolari per sfuggire ai pipistrelli. Volano in ogni periodo dell’anno e in ogni ambiente; le grandi capacità dispersive e l’adattabilità di alcuni gruppi a nutrirsi di svariate piante li rendono tra le falene più comuni nelle grandi e piccole isole dove possono essere trovati ovunque e in ogni stagione dell’anno. Sulle isole dell’Arcipelago Toscano sono state registrate a oggi più di 160 specie, tanto che quasi la metà delle macro-falene note per l’area appartengono a questa famiglia. Un metodo molto semplice per attrarre e osservare diverse specie di Nottuidi senza disturbarli è quello di spruzzare un po’ di aceto zuccherato su una palizzata, aspettare le prime ore dopo il tramonto e puntare una torcia, meglio se schermata con un filtro rosso, sulle aree bagnate con l’esca. Soprattutto in inverno e primavera, quando le fonti di zucchero sono meno abbondanti, i Nottudi accorrono numerosi all’aceto. Tra le diverse specie presenti sulle isole toscane alcune sono decisamente interessanti per le grandi dimensioni e la livrea molto colorata come i rappresentanti dei genere Catocala e la Ophiusa tirhaca. Le Catocala sono caratterizzate da ali superiori molto mimetiche e da ali inferiori dall’aspetto molto appariscente, generalmente dovuto a forti contrasti di nero e giallo o nero e rosso. Questo rende le Catocala quasi invisibili ai predatori finché rimangono posate ma, appena disturbate, spiccano il volo mostrando i colori delle ali posteriori. Questo contrasto visivo ha potere di distrarre i predatori per un attimo, il tempo che basta alla falena di fuggire. Nel larghissimo spettro ecologico di questa famiglia vi sono specie dalle abitudini alimentari stupefacenti. Alcune specie di un genere esistente anche in Europa (Calyptra) hanno evoluto una spiritromba dotata di particolari stiletti per perforare la pelle dei mammiferi (compreso l’uomo) e succhiarne il sangue; vengono per questo chiamate vampire-moths (falene vampiro). Un’altra specie Europea, presente anche nell’Arcipelago, si nutre allo stadio larvale di coccidi e non a caso il nome del genere è Coccidiphaga. Data la loro grande mobilità, la maggior parte dei nottuidi delle isole toscane tende ad avere un’ampia distribuzione nell’area Mediterranea e a non mostrare un particolare interesse biogeografico. È però possibile identificare un piccolo contingente di specie diffuse in altre isole Mediterranee, soprattutto Corsica e Sardegna, ma assenti, o quasi, nel vicino continente italiano.
Ophiusa tirhaca
bruco Cucullia verbasci
Cucullia verbasci
Cucullia verbasci
Phlogophora meticolosa