Sentiero n. 205
Lunghezza: 1,07 km
Tempo medio di percorrenza: 1 h 10 min
Difficoltà: livello EE (escursionisti esperti)
Differenza altimetrica: 223 m
Ascesa totale: 237 m
Discesa totale: 14 m
Il sentiero n. 205 collega il Santuario della Madonna del Monserrato alla GTE.
Il tracciato è consigliato solamente ad escursionisti esperti essendo caratterizzato da un pendio molto ripido, da un piano di calpestio piuttosto accidentato e da un percorso non facilmente individuabile.
Nonostante non si tratti di monti elevati, la particolare conformazione del luogo, la perfetta collocazione del Santuario al centro della gola, la struttura irta dei rilievi trasmettono all'escursionista un senso di meraviglia.
Alla base della piccola collina sormontata dal Santuario il tracciato si inerpica sui fianchi dell'aspro Monte Castello, caratterizzato da rocce friabili, attraversando prima una lecceta e salendo poi sulla nuda roccia fino a giungere ad un vasto e pianeggiante pianoro erboso sul quale spiccano alcuni pini e dove si trova l'incrocio con la GTE.
Nella zona attraversata dal sentiero n. 205 è stata censita una particolare associazione vegetale definita dai botanici mosaico di bosco termomediterraneo a dominanza di Leccio (Quercus ilex) con formazioni delle rupi e pratelli di terofite.
Le formazioni delle rupi sono tipiche dei rilievi orientali dell'Isola, si sviluppano su substrati costituiti da diabasi e diaspri, le specie caratteristiche sono il Fiordaliso dell'Elba (Centaurea aetalieae) e la Linaria dell'Arcipelago (Linaria capraria).
I pratelli di terofite sono invece caratterizzati da piante erbacee annuali, che superano cioè la stagione avversa sotto forma di seme.
Il sentiero n. 205 è interessante oltre che dal punto di vista naturalistico anche da quello storico.
L'innesto del tracciato coincide con la scalinata di accesso ad un luogo pieno di fascino e spiritualità.
Si tratta del Santuario della Madonna di Monserrato che venne eretto nel periodo in cui il territorio di Porto Azzurro era sotto il dominio della Spagna.
Correva l'anno 1606 quando il governatore spagnolo Josè Pons Y Leon, detto dal popolino "Longone" (da cui l'antico nome di Porto azzurro, Porto Longone), si salvò da un'improvvisa burrasca che lo colse mentre navigava verso l'Elba.
In segno di riconoscenza per lo scampato pericolo fece costruire un Santuario dedicato alla Madonna di Monserrato, in ricordo di quello omonimo esistente in Catalogna. La chiesa conserva al suo interno una copia della Madonna Nera del Santuario catalano.
La scelta del luogo cadde su questa valle poichè la zona del Monte Castello ricordava la montagna spagnola di Montserrat. Il governatore spagnolo dotò il Santuario di alcuni beni grazie ai quali i padri agostiniani di Piombino provvidero inizialmente al suo mantenimento.
Successivamente l'officiatura passò ad un cappellano assistito da due romiti a cui il Forte di Longone, passava una parte della razione dei soldati. La custodia dei romiti terminò nel 1866.
Il Santuario viene aperto l'8 settembre di ogni anno per la festa della Madonna.
E' possibile individuare un percorso ad anello se, una volta giunti al bivio con la GTE, si svolta a sinistra dirigendosi verso sud e dopo circa 1,3 km si svolta nuovamente a sinistra imboccando il sentiero n. 210 e successivamente il sentiero n. 209 che ci conduce al campo sportivo di Porto Azzurro, da qui si può tornare in località Monserrato percorrendo la strada provinciale n. 26.
Lunghezza: 1,07 km
Tempo medio di percorrenza: 1 h 10 min
Difficoltà: livello EE (escursionisti esperti)
Differenza altimetrica: 223 m
Ascesa totale: 237 m
Discesa totale: 14 m
Il sentiero n. 205 collega il Santuario della Madonna del Monserrato alla GTE.
Il tracciato è consigliato solamente ad escursionisti esperti essendo caratterizzato da un pendio molto ripido, da un piano di calpestio piuttosto accidentato e da un percorso non facilmente individuabile.
Nonostante non si tratti di monti elevati, la particolare conformazione del luogo, la perfetta collocazione del Santuario al centro della gola, la struttura irta dei rilievi trasmettono all'escursionista un senso di meraviglia.
Alla base della piccola collina sormontata dal Santuario il tracciato si inerpica sui fianchi dell'aspro Monte Castello, caratterizzato da rocce friabili, attraversando prima una lecceta e salendo poi sulla nuda roccia fino a giungere ad un vasto e pianeggiante pianoro erboso sul quale spiccano alcuni pini e dove si trova l'incrocio con la GTE.
Nella zona attraversata dal sentiero n. 205 è stata censita una particolare associazione vegetale definita dai botanici mosaico di bosco termomediterraneo a dominanza di Leccio (Quercus ilex) con formazioni delle rupi e pratelli di terofite.
Le formazioni delle rupi sono tipiche dei rilievi orientali dell'Isola, si sviluppano su substrati costituiti da diabasi e diaspri, le specie caratteristiche sono il Fiordaliso dell'Elba (Centaurea aetalieae) e la Linaria dell'Arcipelago (Linaria capraria).
I pratelli di terofite sono invece caratterizzati da piante erbacee annuali, che superano cioè la stagione avversa sotto forma di seme.
Il sentiero n. 205 è interessante oltre che dal punto di vista naturalistico anche da quello storico.
L'innesto del tracciato coincide con la scalinata di accesso ad un luogo pieno di fascino e spiritualità.
Si tratta del Santuario della Madonna di Monserrato che venne eretto nel periodo in cui il territorio di Porto Azzurro era sotto il dominio della Spagna.
Correva l'anno 1606 quando il governatore spagnolo Josè Pons Y Leon, detto dal popolino "Longone" (da cui l'antico nome di Porto azzurro, Porto Longone), si salvò da un'improvvisa burrasca che lo colse mentre navigava verso l'Elba.
In segno di riconoscenza per lo scampato pericolo fece costruire un Santuario dedicato alla Madonna di Monserrato, in ricordo di quello omonimo esistente in Catalogna. La chiesa conserva al suo interno una copia della Madonna Nera del Santuario catalano.
La scelta del luogo cadde su questa valle poichè la zona del Monte Castello ricordava la montagna spagnola di Montserrat. Il governatore spagnolo dotò il Santuario di alcuni beni grazie ai quali i padri agostiniani di Piombino provvidero inizialmente al suo mantenimento.
Successivamente l'officiatura passò ad un cappellano assistito da due romiti a cui il Forte di Longone, passava una parte della razione dei soldati. La custodia dei romiti terminò nel 1866.
Il Santuario viene aperto l'8 settembre di ogni anno per la festa della Madonna.
E' possibile individuare un percorso ad anello se, una volta giunti al bivio con la GTE, si svolta a sinistra dirigendosi verso sud e dopo circa 1,3 km si svolta nuovamente a sinistra imboccando il sentiero n. 210 e successivamente il sentiero n. 209 che ci conduce al campo sportivo di Porto Azzurro, da qui si può tornare in località Monserrato percorrendo la strada provinciale n. 26.