Giornata internazionale per la salvaguardia delle rane ( galleria fotografica)
Dal 2009, il 28 aprile si celebra la Giornata mondiale delle rane. Il “Save the frog day” ha lo scopo di sensibilizzare l’opinione pubblica sullo stato di questo anfibio, sui rischi che corre e sugli sforzi fatti per la sua conservazione. Infatti, circa 1/3 della popolazione mondiale delle 6.468 specie di anfibi è a rischio di estinzione e, negli ultimi decenni, almeno 150 specie sono già scomparse. Secondo la Lista Rossa dell’Unione Mondiale per la Conservazione della Natura, in Italia, l’11% delle specie rientra nella categoria “minacciato criticamente”, l’11% nella categoria “minacciato” ed il 21 % nella categoria “vulnerabile”
Scarsità d’acqua, inquinamento ed uso dei pesticidi, scomparsa degli habitat, urbanizzazione, cambiamenti climatici e introduzione di specie aliene, queste alcune delle cause che stanno mettendo a rischio la sopravvivenza delle rane.
Salvare questo anfibio è di fondamentale importanza per la biodiversità . Oltre pulire l’acqua dalle alghe, infatti, le rane mangiano diversi tipi di insetti e sono loro stesse un importante anello della catena alimentare. Grazie alle loro pelle, che assorbe facilmente sostanze chimiche potenzialmente dannose, sono inoltre degli ottimi bio indicatori degli equilibri dell’ambiente che le circonda.
Il Parco ricorda questa giornata con un contributo ( testo e foto ) di Antonello Marchese*
Una piccola carrellata fotografica sulle specie presenti all’Elba e sull’Arcipelago
Anfibi sulle Isole
La vita degli anfibi, come dice la stessa parola composta da amphi e bios (doppia vita), è legata a due ambienti, quello terrestre e quello acquatico: anche se alcune specie passano gran parte della propria vita in habitat terrestri, questi animali rimangono tutti legati all’acqua per quanto riguarda la riproduzione. I corsi d’acqua dolce sulle isole dell’arcipelago sono brevi e a regime stagionale per le limitate dimensioni dei territori e dei bacini imbriferi. Ovviamente i maggiori torrenti, per quanto stagionali e quasi asciutti in estate, si trovano all’Elba, la più grande isola dell’Arcipelago, soprattutto nella zona del Monte Capanne, ma sorgenti più o meno ricche, sono presenti nelle isole caratterizzate da un profilo montuoso, permettendo così la riproduzione e quindi la presenza di alcune specie di anfibi. All’Elba poi esistono alcune limitate ma importanti zone umide, relitti di più vaste lagune costiere che, anche se ormai confinate ai margini delle pianure alluvionali, rappresentano gli habitat ideali per le specie caratterizzate da questa straordinaria “doppia vita”: una fase larvale acquatica a cui segue, dopo un processo di metamorfosi, una fase adulta maggiormente adattata alla vita terrestre.
L’Elba, per i motivi sopra riportati, è l’isola che conta il maggior numero di specie presenti: sulla più grande delle isole di Toscana possiamo incontrare il rospo comune (Bufo bufo), il raro rospo smeraldino (Bufo viridis), la rana verde comune (Phelophylax lessonae / P. kl. esculentus) e la raganella tirrenica (Hyla sarda). Sempre all’Elba in prossimità di alcune zone umide sono stati osservati anche piccoli fenomeni migratori, dalle caratteristiche “esplosive” della durata di poche ore dopo le 19, in cui, durante i rari giorni di pioggia estivi, gli anfibi si spostavano in massa abbandonando le aree di riproduzione costiere. A Capraia, isola pietrosa, ma caratterizzata da un laghetto naturale e alcuni “vadi”, brevi vallate con corsi d’acqua rigorosamente stagionali, incontriamo solo la raganella tirrenica. Nelle isole più meridionali di Giglio e Montecristo, dal territorio caratterizzato da piccole sorgenti e brevi corsi d’acqua a regime torrentizio, incontriamo il discoglosso sardo (Discoglossus sardus), raro endemismo mediterraneo, specie estremamente legata all’acqua o comunque ai micro-habitat umidi quali fessure nelle rocce e simili aree caratterizzate dalla presenza di muschio o fresche cavità naturali.
Ecco una carrellata di immagini che ho realizzato sugli anfibi dell’Arcipelago Toscano che spazia dal più ieratico rospo, passando per le rane dall’aspetto beffardo, all’elusivo discoglosso per arrivare alle più plastiche e variopinte raganelle tirreniche. (Antonello Marchese)
*Guida Ufficiale del Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano, Giornalista Pubblicista e Fotografo di Natura.
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