I rimboschimenti forestali
I rimboschimenti all'Isola d'Elba sono il risultato della politica sociale dell'ultimo dopoguerra più che il risultato di un organico disegno.
Gran parte dei rimboschimenti elbani furono effettuati inizialmente con i Cantieri Scuola e in seguito grazie agli interventi della Cassa per il Mezzogiorno.
L'autorità forestale , consapevole delle precarie condizioni socio-economiche in cui versavano gli abitanti dell'isola, intraprese la via dei rimboschimenti di vaste superfici nel territorio dell'isola, assicurando così il lavoro alla popolazione.
Soltanto alcuni piccoli nuclei di rimboschimenti con pini mediterranei furono eseguiti nel periodo anteguerra, localizzati soprattutto nel versante orientale (Forte Focardo, Cavo etc).
Intorno al 1930, furono eseguiti altri rimboschimenti a Monte Arco, Monte Calamita, Monte Perone e altre località. In parte tali nuclei storici dei rimboschimenti sono stati percorsi e distrutti dal fuoco degli incendi, sempre incombenti sul territorio elbano, in parte presentu tutt'oggi. Nel 1950 iniziarono i grandi lavori dei rimboschimento sui rilievi elbani.
Il massiccio impiego di conifere sul territorio dell'isola è attualmente argomento di facile critica, ma occorre ricordare, come si è detto, il contesto economico-sociale di quel momento storico difficile per le popolazioni elbane che allora non potevano imaginare l'interesse di tipo turistico che negli anni a venire avrebbe suscitato la loro isola: tra l'altro gli altiforni di Portoferraio erano stati bombardati, le miniere erano in crisi e la stessa agricoltura, praticata con sistemi arcaici spesso in terreni scoscesi, non richiedeva tutta la mano d'opera presente e disponibile.
La disoccupazione era cresciuta e con essa i problemi della sopravvivenza, che già in epoca precedente avevano causato forti correnti migratorie verso le Americhe e l'Australia.
E' significativo ricordare che sul territorio elbano dal 1949, data di istituzione dei Cantieri Scuola (previsti dalla legge 29.04.1949) al 1970, ne furono complessivamente resi operativi ben 128, con un totale di 7.300 operai impiegati.
Tra gli altri rimboschimenti realizzati si possono citare quelli del Monte Perone, di Monte Poppe, di Monte Orello, Buraccio e Acquacavalla. (Ramiro Rosolani, Mario Ferrari, Elba, territorio e civiltà di un'isola, 2001)