Masso de L'Aquila
In località L'Aquila, nei pressi del Santuario vi è il Masso de L'Aquila, formazione granitica che osservata da lontano ha le sembianze di un volatile.
Il luogo è interessante oltre che dal punto di vista paesaggistico per il magnifico panorama anche da quello archeologico e storico.
Vi sono stati rinvenuti numerosi reperti, esposti presso il Museo Archeologico di Marciana, riferibili ad un insediamento dell'Età del Bronzo (3.500 a.C. - 1200 a.C.) e a una necropoli rupestre utilizzata fino al IV secolo a.C..
I materiali risalenti all'Età del Bronzo sono costituiti da vasellame frammentario con ingobbio (tecnica di copertura e decorazione per terracotta e ceramica), vasetti miniaturistici, bollitoi per latte, pesi da telaio, fusaiole e rocchetti in argilla.
I reperti relativi all'età etrusco-arcaica sono rappresentati da fibule (spille) di bronzo, kantaroi in bucchero (coppa per bere in ceramica nera), kylikes (coppe da vino in ceramica) ioniche d'imitazione etrusca, un aryballos globulare (piccolo vaso), un alabastron (vaso per la conservazione d'olio e di profumi) corinzio, olpai (brocca con corpo allungato e imboccatura rotonda).
L'interesse storico del Masso dell'Aquila è legato a Napoleone Bonaparte che durante il soggiorno al Santuario della Madonna del Monte dal 23 agosto al 5 settembre 1814 si servì di un telegrafo ottico ubicato sul masso già dal 1805.
Il telegrafo ottico è un sistema di comunicazione a distanza per la trasmissione di dati (lettere, numeri e segni di punteggiatura) facendo uso di determinati codici.
Napoleone Bonaparte commissionò stazioni telegrafiche mobili da posizionare sui campi di battaglia.