Il granito
La principale roccia del versante occidentale dell'Isola d'Elba è il granito. Si tratta di una roccia ignea intrusiva originata cioè dalla raffreddamento di magmi all'interno della crosta terrestre e non all'esterno come avviene con i magmi che fuoriescono dai vulcani. In relazione ai minerali presenti il granito si classifica in diverse tipologie.
Il granito dell'Elba è una granodiorite in cui si possono osservare i seguenti minerali: il plagioclasio (35-37%) la pasta biancastra che amalgama gli altri componenti, l'ortoclasio (23-25%) dai bianchi grossi cristalli ben definiti e i piccoli cristalli traslucidi di quarzo (23-25%). Il massiccio del Monte Capanne si è originò a seguito dei complessi fenomeni geologici che portarono alla formazione degli Appennini.
In particolare durante il Miocene superiore (da 11 milioni a 6,5 milioni di anni fa) a profondità di circa 20 km ci fu una risalita di magmi originate dalla fusione di rocce della crosta terrestre che si era assottigliata e fratturata. Circa 7 milioni di anni fa si formò così un'enorme massa granitica a forma di cupola dal diametro di 8 km, denominata dai geologi Plutone.
L'emersione della massa granitica, definita messa in posto, fece scivolare ai lati le rocce, cosiddette incassanti, che si erano sedimentate sul fondale marino. Inoltre queste rocce furono riscaldare dalla massa incandescente che emergeva causando estesi fenomeni di ricristalizzazione da cui si originarono preziosi minerali per i quali l'Elba è conosciuta in tutto il mondo. Si formò così il cosiddetto anello termometamorfico studiato da molti ricercatori per le sue peculiarità, si possono osservare le rocce che lo costituiscono percorrendo la strada provinciale n. 25 dell'anello occidentale. In questo percorso si possono osservare i filoni aplitici.
Questi tipi di rocce furono originate dai gas racchiusi ad alta pressione presenti nella massa granitica che si stava raffreddando che, non trovando via d'uscita all'esterno (come invece succede nei vulcani), tendono ad iniettarsi e a mantenere fluide certe plaghe del plutone. Questi filoni rimangono quindi fusi più a lungo rispetto al resto della massa. Man mano che, per il generale raffreddamento del corpo magmatico, la temperatura scende, all'interno dei filoni i gas passano allo stato liquido. Durante questa serie di passaggi si sviluppano cristalli anche molto più grandi e diversificati rispetto a quelli che si possono trovare nel rimanente magma.