Le garighe
La macchia mediterranea, l’associazione vegetale tipica del bacino del Mediterraneo, è presente nell’Arcipelago Toscano con diverse tipologie che si sviluppano in relazione alle attività antropiche, come pastorizia e tagli boschivi esercitate dall’uomo in passato, dagli incendi e dai fattori ambientali caratteristici di una determinata zona.
Le diverse tipologie si distribuiscono su una serie evolutiva.
Laddove le attività antropiche sono state particolarmente intense nel corso del tempo, i terreni poveri e rocciosi, l’ambiente caratterizzato da elevata luminosità, temperatura e aridità la macchia mediterranea si trova nello stadio più degradato.
Si tratta della gariga, associazione vegetale costituita da piccoli arbusti e suffrutici, alti non più di 0,5-0,7 m.
I suffrutici sono piante legnose perenni (differenti dalle piante annuali che compiono il loro ciclo vitale in uno o due anni), i cui getti annui, erbacei, si lignificano solo nella parte basale, mentre, dopo la fruttificazione, si seccano nella parte restante, per un tratto più o meno lungo.
Questa associazione è tipica delle zone colpite da incendi, sfruttate dalla pastorizia o dai tagli boschivi.
Lo stadio evolutivo successivo alla gariga è la macchia bassa.
Le garighe più diffuse all'Isola d'Elba sono: garighe a dominanza di rosmarino e cisto marino, presenti soprattutto sui versanti meridionali ad altitudini non superiori ai 200 m; garighe a dominanza di cisto, occupano vaste superfici della parte orientale dell'isola, in partcolare lungo la dorsale Monte Castello-Monte Strega, sui versanti del Monte Calamita e in quelli sud-occidentali; garighe sommitali a dominanza di cisto e euforbia spinosa, tipiche dei suoli ofiolitici, alcune limitate stazioni si trovano tra San Piero e Sant'Ilario e tra Marciana e Poggio; garighe sommitali a dominanza di Genista desoleana, tipiche delle zone alte e scoperte del comprensorio del Monte Capanne.