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Il Caprile

Il caprile è una struttura pastorale tipica del settore occidentale dell'Isola d'Elba.
Si compone di tre elementi: il caprile (recinto in pietra), la capanna o grottino (riparo in pietra, esterno, per la produzione di formaggi e ricotte), il grigolo (riparo interno per animali).
E' costituito da un recinto ellittico o circolare di bozze granitiche, ad unico ingresso, entro il quale venivano radunate le capre al momento della mungitura che avveniva utilizzando dei rustici contenitori chiamati mungitoie.
Per poter essere munte, le capre venivano bloccate con una sbarra di legno collocata di traverso allo stretto ingresso.
Durante lo svezzamento i capretti, ai quali era messo in bocca un pezzetto di legno di Erica arborea detto bavello, venivano isolati nei grigoli, piccoli anditi in pietra, muniti di copertura, all'interno del caprile stesso.
Accanto al caprile si trova il domolito, ossia una costruzione in pietra a secco (nel marcianese detta capanna, nel sanpierese grottino) dove i pastori preparavano i formaggi; sul territorio elbano se ne contano una trentina, la maggior parte dei quali costruiti nel secolo scorso.
Il domolito, il cui ingresso è posto in direzione contraria rispetto ai venti dominanti, presenta una pseudocupola costituita da lastre di granodiorite disposte con un'inclinazione che non permette l'entrata d'acqua in caso di pioggia.
Un grosso caldaro di rame, appeso all'interno della struttura e contenente latte appena munto, veniva riscaldato con un fuoco.
Il caglio veniva poi decompattato con la rompitoia, un bastone triforcuto in legno di corbezzolo e il siero che ne derivava era chiamato, con un evidente latinismo, seriucola (da serum, siero); i formaggi, che erano prodotti in piccole forme coniche o cilindriche (cascine) di giunchi intrecciati, si distinguevano in ricotte, cacetti e baccelloni; venivano disposti in catini con foglie di felce (Pteridium aquilinum) ed inviati alla vendita nei paesi dell'isola.

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